La storia della nostra regione è strettamente legata a quella italiana ed europea. Per comodità la suddividiamo in sei periodi.
1. PREISTORIA: fino al 186 a.C. , conquista romana in Friuli.
L’Italia anticamente è abitata da popolazioni di origine diversa: Liguri, Veneti, Etruschi, Osci, Volsci, Siculi, Sardi ecc…
Anche il Friuli è zona di transito di molte popolazioni come Euganei, Veneti ecc… Gli abitanti del luogo, per difendersi dalle frequenti scorrerie, si raccolgono in piccoli nuclei fortificati detti “castellieri”.
Verso il V° secolo a.C. inizia l’insediamento di popolazioni celtiche ( i Carni) che si sono anche stabilite in altre zone d’Europa (in Spagna, in Francia i Galli…) mantenendo stretti legami tra loro. Nell’arco di due secoli i Celti occuparono tutta la parte centro- meridionale del Friuli entrando in conflitto con i Veneti.
1. PERIODO ROMANO: dalla conquista Romana del Friuli alla calata dei Longobardi ( 586 a.C.)
A questo punto interviene Roma che ormai aveva sottomesso quasi tutti i popoli che abitavano l’Italia: nel 181 a.C..
Guidati da S. Scipione Nasica, G. Feduinio e L. Manlio Accidino, 3000 romani conquistarono Akjleia, città dei Carni, spingendoli verso i monti e fondando la colonia di Aquileia in posizione strategica per difendere i confini della Repubblica d’Oriente e del nord e avanposto per la conquista del nordico ( Austria meridionale) e della Pannonia ( Ungheria). Dal centro di Aquileia si irradia la potenza di Roma e il suo fiorente commercio, favorito dal posto e da strade con salari come la Julia Augustea che saliva dal Passo di Monte Croce e proseguiva in Austria.
Durante il proconsolato (59 a.C.) sulla Gallia Cisalpina (Italia sett.) C.G.Cesare è in Friuli dove fonda Forum Julii ( Cividale ) e Jllium Carnicum (Zuglio) e poi quando suo nipote, imperatore Augusto, divide l’Italia in undici regioni chiamando la nostra Venetia ed Histria, è conferita agli abitanti la cittadinanza romana ( 42 a.C.) , con questi i benefici e i doveri che ciò comporta. Durante il periodo imperiale , Aquileia accresce sempre più il proprio ruolo fino a diventare, dopo Roma, una delle città più importanti dal punto politico- economico-militare. I frequenti contatti con l’oriente portano a una diffusione del cristianesimo. Ne sono testimonianza alcuni martiri locali, uccisi durante le persecuzioni. Nonostante queste, il cristianesimo si diffonderà sempre più, finchè nel 313 d.C. l’imperatore Costantino con l’editto di Milano concederà la libertà di culto ai cristiani mettendo su un piano di parità tutte le religioni dell’impero.
Nel 382 d.C. Teodosio abolirà il culto pagano e dichiarerà il cristianesimo religione ufficiale dell’impero(editto di Tessalonica), dopo questi due atti, che in realtà permettono ai cristiani di professare la loro fede, Aquileia, sede patriarcale, diventa il centro di diffusione del cristianesimo non solo per il Friuli, ma anche per le “regioni” vicine.
Con il declino dell’impero Romano d’occidente (476 d.C.) iniziano le invasioni barbariche e la porta d’accesso è proprio il Friuli: Marcomanni, Visigoti, Unni superarono le Alpi Giulie e invasero il Friuli dilagando nel resto d’Italia. Aquileia stessa è presa e distrutta dagli Unni di Attila.
1. PERIODO LONGOBARDO E FRANCO: dalla caduta dei Longobardi alla fondazione dello Stato Patriarcale.
Nel 578 d.C. piombarono in Italia le orde Longobarde guidate da Alboino che fondarono il Ducato di Cividale e proseguono occupando tutte le zone interne dell’Italia centro- settentrionale e scegliendo come capitale Pavia. La loro rozzezza e ferocia è mitigata dalla conversione al cristianesimo. Alla dominazione longobarda succede, nel 776 d.C. quella franca.
Carlo Magno dopo aver sconfitto i Longobardi ed essere stato incoronato imperatore del Sacro Romano Impero (che comprendeva parte di Spagna, Francia, Paesi Bassi, Germania , Svizzera…) divide il suo territorio in contee e marchesi (confini). Una di queste è la marca del Friuli. Fra i duchi di questa regione il più illustre è Berengario che diventa re d’Italia per un breve periodo ( 888-924).
In quegli anni anche il patriarca di Aquileia risiede a Cividale.
Il X secolo segna per il Friuli il periodo più oscuro e terrificante: le orde degli Ungari, giunte da oriente, nell’arco di 70 anni saccheggiarono ogni angolo della nostra regione, seminando morte e distruzione. Come nelle invasioni precedenti le popolazioni trovano spesso protezione e cibo nelle chiese e nei conventi: la chiesa essendo l’unica struttura che aiuta la gente, diviene molto importante. Nel periodo feudale la chiesa non ha solo il potere spirituale, ma anche un potere temporale, infatti per effetto di lasciti e donazioni, essa possiede dei territori: il Papa, i Vescovi hanno il potere simile a quello del re, spesso sono loro stessi conti e duchi, hanno alle loro dipendenze un esercito, possiedono dei territori e le persone che ci vivono sono considerate loro sudditi. Anche il patriarcale d’Aquileia riceve dei territori, prima dai Longobardi, dopo da Carlo Magno amico fraterno di Paolino d’Aquileia, e soprattutto da Ottone di Germania
che concede al patriarca di numerose terre della regione: ha inizio così il dominio temporale dei patriarchi e la formazione dello stato aquileiese, chiamato anche Stato Patriarcale (983d.C.). Il patriarca è ormai l’indiscusso signore del Friuli avendo già, fin dal tempo della dominazione di Carlo Magno conseguito alcune prerogative e immunità.
1. PERIODO PATRIARCALE: dalla fondazione dello stato patriarcale al dominio della repubblica di Venezia (1420d.C.).
Dopo il 1000 per anni papi e imperatori sono in lotta per la spartizione dei poteri. Il papa sostiene che, poiché tutto il comando dipende da Dio, spetta a lui investire l’imperatore; quest’ultimo, a sua volta dice che spetta a lui eleggere il papa ( lotte per le investiture). Poiché l’imperatore Enrico IV° di Sassonia non vuole sottomettersi, il papa Gregorio VII° lo scomunica.
La scomunica di un imperatore scioglieva i suoi sudditi dall’obbligo di obbedienza. Ciò costringe l’imperatore a chiedere scusa al papa. La cugina Matilde di Canossa fa da intermediario stabilendo un incontro tra i due. La firma di sottomissione al pontefice non è approvata da molti principi che preparano un attentato all’imperatore. Il patriarca di Aquileia con il suo esercito scortò l’imperatore fino a Vienna , portandolo in salvo. Per ricompensarlo l’imperatore Enrico IV° gli da in dono il Friuli, nominandolo principe di esso. Da questo momento (1077d.C.) il Friuli è uno stato per conto suo che si estende dal fiume Livenza alla Carniola, dalle Alpi al mare, uno stato che ha il suo principe, il patriarca, ha le sue leggi raccolte nello statuto del Friuli, un parlamento formato da prelati,
nobili e da rappresentanti della comunità friulana. Nel periodo patriarcale il Friuli gode di larghe autonomie, però deve anche fare i conti al proprio interno, con alcuni nobili friulani ed in particolare con il conte di Gorizia che non vuole sottostare al potere civile del patriarca. Questi spesso è impegnato con guerre contro di l ui che vuole espandere i propri territori.
Inoltre in questi due secoli la chiesa è spesso sconvolta da lotte e disordini (contrasto tra papi e imperatori) dai quali non fu estraneo neanche il patriarcato del Friuli. I disordini e le lotte interne portano alla fine lo stato patriarcale allorchè nel 1420 le truppe veneziane, guidate da Tristano di Sornion entrano in Udine, la repubblica di Venezia, dopo aver perso in oriente diversi territori, sta ormai espandendosi sulla terra ferma.
E)PERIODO VENETO: dal dominio di Venezia al trattato di Campoformio(1791).
Il dominio veneto sul Friuli dura quattro secoli e vede in realtà due forze contrapposte, la Senerissima e gli Asburgo, due confinanti spesso nemici in una lunga e tragica vicenda di antagonismi e di guerre iniziatesi con la morte dell’ultimo conte di Gorizia, rimasto senza eredi, il cui territorio(il Friuli orientale) possa, dopo la vittoria coi veneziani, agli austriaci e prosegue fino alla metà del 1600 quando la divisione del territorio si stabilizza. In realtà, dalla fine del 500, la costruzione della fortezza di Pordenone ha contribuito a fermare ulteriori mire espansionistiche dell’Austria in Friuli e l’avanzata dei Turchi nei Balcani e nel Mediterraneo ha poi costretto le due potenze rivali a rivolgere le loro risorse contro la nuova minaccia. Nel 1751 poi il papa Benedetto XIV, su sollecitazione dell’imperatrice Maria Teresa sopprime il patriarcato di Aquileia costituendo le due diocesi di Udine e Gorizia. Al termine del secolo XVIII, mentre la rivoluzione francese accende il fuoco in tutta Europa, Napoleone, vinti gli Austriaci nella pianura Padana, con il trattato di Campoformio(1797) segna la fine della repubblica di Venezia che baratta cedendola all’Austria in cambio della Lombardia. Anche il Friuli si trova così ad essere sotto gli Asburgo.
F)PERIODO RISORGIMENTALE.
Anche se la politica dell’Austria è molto accorta e la pubblica amministrazione eccelente, i friulani, come del resto gli altri Italiani soggetti agli Asburgo, aspirano ad essere liberi e uniti al resto d’Italia per cui quando Carlo Alberto nel1948 dichiara guerra agli Austriaci sono delle sollevazioni anche in Friuli ben presto sedale. Bisognerà attendere la terza guerra d’indipendenza(1866) per vedere realizzata l’unione del Friuli occidentale al regno d’Italia.